27/02/2007

Un mondo squisito così sincero






In carne ed ossa







Un mondo squisito così sincero







In carne ed ossa





Non sarò mai un uomo.
Non sarò mai partecipe di me e determinato.
Sarò per intermittenze / svegliato di nuovo / /
trovato meno di un uomo ogni volta ricominciato
-da cominciarsi daccapo nuovo o da riprendersi in pezzi diverso-
frazionato sempre spurio nel flusso di coscienza in coscienze.
Non la mia coscienza. Una coscienza che è tutto quello che è tutto
dalla quale potrò sempre attingere senza trovarmi.

-Riconoscermi-

Non sarò mai giusto.
Sarò per aritmie fedele, il sonno del luogo dove si succede.
Lasciatosi accadere accaduto -prima e dopo- ma
mai attento -in quel momento esatto- muto durante .

-Un singolo preciso istante-

Non sarò mai capace.
Non sarò mai preciso nella volontà delle azioni.
Sarò per sempre uno sciocco incapace
di vivere e di vivere bene.


-Presente.-






Un mondo squisito così sincero.






Il piacere negli altri e viverlo
curvandone il respiro toccandoli.
In carne ed ossa non vivo di me.
Su di voi il piacere che vi ritraete dentro come leoni,
smarriti dopo tante battaglie lo sento il piacere
- pure nella morte - di leccarvi così profonde ferite.
In carne ed ossa voi che direttamente non vi fareste mai del male,
avete tecniche così sublimi per trasformare il piacere in distruzione.






Un mondo squisito così sincero.





-Tu non sei mio amico.-
Il sapore aspro che riempie la bocca.
Gli acini di uva non vanno mai masticati, per questo se ne fa vino.





Un mondo squisito così sincero.





Essere dispersi per tutta la distanza che ci separa.
E' questo che ci rende uniti, centellinati sappiamo come desiderarci resistendo,
dando a queste parentesi di sofferenza il significato inopportuno di amore.
Quanto male ci educhiamo, soli, adulti.







Un mondo squisito così sincero.








L'incapacità di piangere in carne ed ossa, dementi alla sofferenza.
La capacità di soffrire per cio' che non è -illudersi- pieni di informazioni così poco tangibili.
Voglio essere tradito amato offeso portato via nudo sputato in ginocchio perso davanti a ciò che è.
Svegliatemi! Cristo pietà svegliatemi in carne ed ossa polverizzato in un tritacarne di schiaffi.
L'incapacità di riconoscerci -io - voi - IO e VOI - Noi - Noi - NOI! - che non c'è più salvezza quando il momento è passato e la pausa è così prolungata
e siamo tutti persi e confusi in carne ed ossa, esseri simultanei, in carne ed ossa muti.







Un mondo squisito così sincero.







Non mi devo abbandonare ai legami. Perchè mi hai voluto così bene?
E perchè è tutto finito? Chiudere gli occhi e guardarsi dentro in carne ed ossa il solo presente. Ricordare è pornografia.
Perchè non posso dimenticare, scordare tutto, e continuare ad aprire e chiudere parentesi spostando i mobili ed i muri di casa
finchè le finestre non saranno risolte in buchi di tempo attutiti all'istante? E tu che mi hai fermato.








Un mondo squisito così sincero.



In carne ed ossa.




In carne ed ossa.






In carne ed ossa.






Un mondo squisito così sincero.









In carne ed ossa.








In carne ed ossa.












In carne ed ossa.
















In carne ed ossa.













Non bisogna mai dirlo.
Farò di tutto per credere in un'altra persona; ma poi di essere capace di amare e di poterla amare, per scordare di te. Per questo?
Così come lo dico - Pensare di potere amare un' altra persona-.
Anzi senza -potere- senza -pensare- -Essere capace di amore verso un' altra persona-.
Non bisogna mai pensarlo.

-Come si cade quando si è già in ginocchio?-









Un mondo squisito così sincero.












In carne ed ossa.










L'occasione di rincontrarsi. Non ti vedrei nemmeno.
Non capirei in quel momento. Come le spine dei pesci di fiume.
Ad aspettare te dopo così tanto. La bocca piena. Ogni giorno di nuovo un' altro soltanto. Ogni giorno una spina. Ogni giorno una spina.
In carne ed ossa la bocca piena ogni giorno ti ho incontrata.
Fare che scendesse. Essere preso per mano da una spina di pesce
e farsi spiegare che è tutto finito che è stato -tutto così meraviglioso- .

Un mondo squisito così sincero.

Sulla tavola il piatto il pesce che avanza si butta.
Fare che si alzino. Alzatemi. Essere accompagnato alla porta dal pesce il piatto il tavolo.
Pagare in carne ed ossa. Un conto troppo salato.
Ti voglio vedere e non posso. -Ormai chiedo ad altri di rialzarmi, non ne ho più la forza- . Sarebbe un conto troppo salato.
Inutili strilli per cinque mesi. Biglie perse giocando sulla sabbia. Serpentine truccate di sabbia che finiscono perdendosi in mare. Perdendosi tutto il resto.

Ordinaria pornografia mentale. Ricordare è tutto quello che mi resta.

Tutto si è aperto e perso. Centinaia di biglie ondeggiano - le mani la lingua il naso gli occhi- sono andate via sono state mangiate,
come le cose rotte dimenticate come le cose rotte che non ce ne si fa più niente lasciate.
Il contatto con la realtà è finito. In carne ed ossa bianco spento e di nuovo di me di lei non sapevo più chi ero e in carne ed ossa ho pianto.
Non so più cos'è un pesce una biglia il mare il mare il mare ancora resta una parola. Anche ripeterlo moltiplicato resta una parola.
Non so più il piacere il contatto la parola andarle a trovare è faticoso nuotare.

-Galleggiare-



In carne ed ossa galleggiare.


E' l'unica cosa da fare.


Credimi, galleggiare è l'unica cosa che riesca a fare. Ora adesso mentre galleggio galleggiare
















Un mondo squisito così sincero.












In carne ed ossa.